Caterina Griselda Gotardo
Ultima figlia del Duca
Clodoveo di
Approdo,
Caterina Griselda Gotardo si unì alla
Corte di Alarico d'Urso nel
Carminio 1260. Durante la
Guerra Ashai fu per lungo tempo prigioniera delle
Lucertole, da cui venne liberata durante l'
assedio di
Rìlmeren.
Rimase lontana dalla corte per tutto il periodo della
Pace di Nassilia, per ritornare nel
Carminio 1261 in occasione della
Consulta dei Principi, cui partecipò come consigliere del
Principe d'Urso insieme alla Duchessa
Bianca Portalupo.
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Ritratto della Duchessa Caterina Gotardo |
Con l'insorgere della
Terza Guerra dei Tre Re, ebbe diversi motivi di contrasto con la Corte e con il Principe stesso: la sua fede nella
Tetrade le rese infatti inaccettabile la
conversione di Alarico all'
Antico Culto, e il
forzato matrimonio con
Strazzabosco non migliorò la situazione.
Tutto questo la portò a riavvicinarsi al Vescovo
Clotario, suo concittadino, ma il ruolo che questi ebbe nella
capitolazione di Alarico rese la posizione della Duchessa Caterina ancora più precaria, finchè ella non trovò la morte nello
sferzato 1262 in seguito alla rivolta di
Adolfo Portarovo.
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La Duchessa in preghiera insieme al Vescovo Clotario da Approdo |
Castelbruma
Donna del Mare
Forgiatrice
Gotardo
Dicono di lei
"Assassinata come una traditrice. L'ignoranza della verità degli uomini Alarico ci porteranno sempre ad essere degli incompresi. Voi, con un pò di aiuto, avreste portato alla grandezza il nostro popolo. Un giorno si narrerà di come voi sola duchessa Gotardo, non i duchi
Portalupo adoratori degli
Spiriti, ma voi fedele tetradica siete arrivata davvero vicina a salvare il Principe Alarico. Ma gli
Dèi erano ormai adirati della
conversione del nostro Principe e vi hanno fermato la mano. Questo dimostra che se Alarico seguisse la Tetrade ben diverso sarebbe il suo destino in queste Terre Spezzate. Questo dimostra che gli Dèi sono più forti delle antiche credenze".
[1]
"Caterina, sento molto la tua mancanza, le nostre preghiere e le nostre avventure. Ogni volta che vedo l'attuale Arcivescovo Clotario non posso fare a meno di notare che qualcuno manca al suo fianco. Eravamo estremamente diverse, ma accomunate da una grande fede e da una grande ricerca del volere degli Dèi. Tu lo trovasti quel giorno, quando Canuto stesso ti mostrò la Via. Io lo trovai in seguito, quando un grosso fardello venne messo sulle mie spalle. Mi chiedesti perdono e io te lo concessi, ma sono adesso io a chiederti lo stesso. Conservo ancora gelosamente quello scritto, dove con brutali parole ti obbligo a promettere che manterrai la parola data e c'è il tuo nome al fondo. Tutte le volte che arrivo al fondo, non posso che sussurrare il tuo perdono. Libera nos Aeterna." [2]
"Spesso durante il mio mandato mi sono sentito solo contro tutti, la mosca bianca, il tassello asimmetrico del mosaico. Pensando alla vostra triste storia, ciò che ho passato non dev'essere stato nulla al confronto di ciò che avete dovuto partir voi in quanto a solitudine e separazione. Prego per voi, abbiate un buon viaggio verso l'abbraccio di Sidèreo, collega e amica mia".[3]
- ^ Così narra l'Arcivescovo Clotario da Approdo.
- ^ Epitaffio scritto da Madre Alena, Custode della Fede di Valleterna.
- ^ Epitaffio scritto da Aldrico da Bosco Alto, Artefice di Valleterna.